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Il misterioso autore dell’epigrafe sulla facciata del Teatro Massimo
Il Teatro Massimo di Palermo è tra i monumenti più conosciuto e fotografato dai turisti. In tanti sono a conoscenza della frase che è scolpita sul frontone: “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire“.
Ma ci chiediamo ora: chi l’ha scritta? Ed è qui che nasce il problema. In questa sede non è in discussione il contenuto della frase, ma il fatto che, dal 1897, data di inaugurazione del Teatro, non si riesce a dare un nome e cognome al suo vero autore.
Per oltre un secolo, nei vari circoli ed ambienti culturali cittadini, si è venuta a creare una vera e propria caccia all’autore. Non sono mancate supposizioni o argomentazioni che, talvolta, hanno sfiorato la pura fantasia senza alcun concreto fondamento. Tra i vari “padri” discussi negli anni, Pirandello risulta il più gettonato, poi Verga, Giuseppe Verdi (cui invece è dedicata la piazza). Altri la attribuiscono all’ultimo costruttore, Ernesto Basile oppure un anonimo.
Tuttavia chi, con molta determinazione, ha provato a fare chiarezza sulla enigmatica questione è stato lo storico e urbanista palermitano Rosario La Duca, in un articolo del 29 aprile 1976. Il quale stilò una lista di presunti autori, dalla quale depennò, senza indugiare, quelli per cui non esisteva una prova o indizio in loro favore.
Il cerchio si restrinse così a soli due presunti “padri”: Vincenzo Gioberti (filosofo, sacerdote, politico e principale esponente del neoguelfismo) e Francesco Paolo Perez (letterato, ministro e sindaco della Palermo di allora). Il primo fu accreditato, quale autore della frase (probabilmente contenuta in una delle sue tante opere), da una citazione riportata nel discorso di un assessore comunale in occasione dei funerali dell’architetto Basile senior. Per il Perez, le “prove” a sostegno della tesi che sia stato lui a dettare quelle parole, sono, invece, stampate in un opuscolo, custodito nella biblioteca dei Cappuccini di Palermo.
Ragione per cui, a giudizio di La Duca “se nessuno riuscirà a trovare nelle opere del Gioberti la frase riportata nella trionfale entrata del Teatro Massimo, saremo inevitabilmente costretti ad assegnare la palma della vittoria a Francesco Paolo Perez”. Nella terra di Pirandello, come si può constatare, può succedere questo ed altro. L’enigma, dunque, non è per niente sciolto. La conclusione, ancora una volta, e per il momento, non può essere che una sola: gli autori dell’epigrafe sono e rimangono “uno, nessuno e centomila“.